ISSN: 2279–9737

Conseguenze del giudizio di vessatorietà: dalla post-vessatorietà alla condictio indebiti di protezione

Andrea Dalmartello, Professore associato di Diritto privato, Università degli Studi di Milano
Sommario: 

1. Introduzione: paradigma dell’operatività a vantaggio e statuto delle nullità di protezione. – 2. Linee di sviluppo del paradigma dell’operatività a vantaggio della nullità parziale di protezione. Caducazione, integrazione “dissuasiva” e interesse della parte protetta. – 3. Statuto della nullità totale di protezione: irripetibilità di protezione? – 4. Statuti della ripetizione dell’indebito “di protezione”.

Abstract: 

Il saggio indaga, nella prospettiva del diritto privato regolatorio, il problema degli effetti restitutori della nullità di protezione. Nel verificare le potenzialità applicative del paradigma normativo dell’“operatività a vantaggio della nullità”, fino a tempi recenti confinato nel solo perimetro processuale, occorre prendere le mosse dalla recente giurisprudenza della Corte di Giustizia UE relativa alla c.d. post-vessatorietà e, in particolare, alla funzione assegnata alla nullità in prospettiva funzionale. Da questo angolo visuale, alla nullità è attribuito un ruolo regolatorio volto a indirizzare l’attività di predisposizione dei testi contrattuali, disincentivando l’inserimento di clausole vessatorie. Una simile prospettiva non è idonea, tuttavia, a giustificare il recente orientamento delle Sezioni Unite della Cassazione secondo il quale al professionista non sarebbe concesso introdurre, a fronte della nullità del contratto, un’azione restitutoria con oggetto la prestazione effettuata nei confronti del consumatore. Tale esito è da respingere per ragioni sistematiche e perché espressamente negato da alcune disposizioni speciali, certamente espressione del principio più generale di causalità delle attribuzioni. Una simile conclusione non impedisce, però, di individuare – in coerenza a quanto recentemente affermato dalla Corte di Giustizia UE – uno spazio per regole restitutorie asimmetriche in caso di nullità totale di protezione. Certamente coerenti con le direttive funzionali europee è, in ragione della sicura buona fede del consumatore, l’applicazione della disciplina della ripetizione dell’indebito, sia con riferimento alla restituzione di somme di denaro, che di cose determinate. Non sono, per contro, ripetibili da parte del professionista le prestazioni di facere a titolo di arricchimento senza causa.

 

The essay delves into the issue of restitution obligation arising from the nullity of a consumer contract within the context of private regulatory law. To explore the potential applications of the normative paradigm of the “best interest of the consumer”, historically confined to the boundaries of procedural law, one must begin by considering the recent case law of the European Court of Justice regarding the effects of the nullity of an unfair term characterized by the Court in a functional sense. The Unfair Terms Directive aims to control the drafting of standard terms by professionals in order to discourage the inclusion of unfair terms. However, such a perspective does not provide any justification for the recent ruling of the Italian Supreme Court, according to which, in the case of nullity of an investment contract, financial service professionals are not entitled to claim any restitution from consumers. Balancing the EU principle of unjust enrichment with the “best interest of the consumer” paradigm establishes a rule of asymmetric restitution, which requires trivial adaptation to Italian restitution law.