ISSN: 2279–9737

Gestione in forma cooperativa di beni e servizi d’interesse pubblico. Il finanziamento dell’impresa alla prova di blockchain e criptovalute

Francesco Quarta, Professore aggregato di Diritto privato, Università di Bologna
Sommario: 

1. Introduzione. Diritto privato, partecipazione e controllo democratico sulle risorse d’interesse comune. – 2. La cura intergenerazionale di beni serventi all’esercizio di diritti fondamentali. Irriducibilità della relativa gestione entro una logica lucrativa. – 3. Oltre la dicotomia pubblico/privato, alla ricerca di una terza via: il modello della cooperativa di utenti multi-stakeholder. – 4. Esigenze di coinvolgimento diretto dei soci-utenti nel finanziamento delle infrastrutture, al di là della tariffa. – 5. Il finanziamento dell’impresa mediante prestiti da soci-utenti. Il vincolo di destinazione del finanziamento tra regole «di condotta» e disciplina del mutuo di scopo. – 6. Segue. Il problema del controllo sull’effettiva destinazione delle risorse raccolte tramite prestito sociale a finalità coerenti con l’oggetto della società. – 7. Il finanziamento dell’impresa alla prova della blockchain. Uno sguardo comparativo sull’assimilabilità tra criptovalute e moneta. – 8. Problema: se l’(attuale) estrema volatilità delle monete virtuali valga a tramutare in prodotto finanziario qualsiasi contratto le abbia ad oggetto. Scenari nell’ordinamento italiano tra antiriciclaggio e MIFID2. – 9. Riflessioni conclusive sui limiti ai prestiti sociali in criptovaluta.

Abstract: 

L’articolo analizza le elaborazioni della dottrina giuridica ed economica dei beni comuni per poi soffermarsi, anche in chiave comparativa, sui contributi che il diritto dei contratti, applicato alle società cooperative, può ancora fornire in vista di un accrescimento delle occasioni di partecipazione civica e di controllo democratico sulle risorse d’interesse vitale per la comunità. Il bisogno di assicurare un effettivo controllo sulla destinazione delle risorse immesse nella società dai finanziatori e dai soci induce a esaminare le potenzialità (e i limiti) della tecnologia blockchain e, più in particolare, delle criptovalute nel minimizzare i conflitti d’interesse e monitorare i flussi.

The article sets out by studying the mainstream legal and economic scholarship on ‘commons’ and then focuses, in comparative perspective, on the potential of general contract law, applied to company law, to enhance citizens’ participation and democratic supervision on the management of public-interest goods and services, which are vital to the community (such as water supply). Stockholders and investors need to know how the company uses the funds raised, that is why the author analyzes the place and role of the blockchain technology (and of the so-called cryptocurrencies) with a view to minimizing the risk of conflicts of interest while keeping cash flows under control.