ISSN: 2279–9737

Il servizio di consulenza in materia di investimenti: prospettive di riforma e criticità nella Retail Investment Union

Giuseppe Desiderio, professore associato, Università degli Studi di Napoli "Parthenope"
Sommario: 

1. Capital Market Union Action Plan, Retail Investment Strategy e Savings and Investment Union. – 2. La proposta di direttiva c.d. omnibus nel contesto del Retail Investment Package. – 3. Le “proposte” di direttiva: della Commissione, del parlamento e del Consiglio UE. – 4. Proposte di modifica della disciplina degli inducement. – 5. Proposte di modifica della product governance. – 6. Proposte di modifica della disciplina della consulenza … . – 7. … e della valutazione di adeguatezza. – 8. Proposta di introduzione di una consulenza indipendente semplificata. – 9. Gli obbiettivi della direttiva omnibus sono abbastanza chiari ma le scelte attuative si espongono a critiche. – 9.1. La scelta di avvicinare la consulenza “incentivata” a quella indipendente, mantenendo unico il genus, rischia di confondere la clientela retail. – 9.2. Dubbi sulla scelta di puntare, nella consulenza non indipendente, sulla varietà degli strumenti e non anche dei produttori. – 9.3. Attitudine confusoria della proposta introduzione di una consulenza non indipendente “compensativa” per giustificare gli incentivi. – 9.4. La dubbia efficacia della consulenza indipendente “semplificata”. – 9.5. La restrizione dello spazio di discrezionalità del consulente. Importanza dell'educazione finanziaria anche (forse soprattutto) nella scelta del consulente.

Abstract: 

Con l'intento di promuovere l'investimento dei clienti retail la Commissione UE, per l'attuazione della Retail Investment Strategy, ha presentato, tra l'altro, una proposta di direttiva c.d. omnibus, che interviene in ambiti diversi (OICR, distribuzione assicurativa, incentivi, product governance e consulenza). Il testo non è stato immediatamente approvato e i co-legislatori (Parlamento e Consiglio) hanno definito testi alternativi che vengono sottoposti a esame con riguardo alla consulenza e, prima ancora, ai due temi connessi degli inducement e della product governance. Partendo dal testo formulato da ultimo, quello del Consiglio UE, tenendo però presenti le proposte alternative, si rileva (i) la scelta di non eliminare gli incentivi e anche (ii) una disciplina che appesantisce gli adempimenti (nuovo inducement test; il quality enancement test vigente integrato con la previsione di una sorta di consulenza “compensativa” che giustifichi la percezione degli incentivi). In materia di product governance viene introdotto un ancor più complesso sistema di rilevazione da parte dei produttori della struttura dei prezzi attraverso il confronto con gruppi di strumenti analoghi così da evidenziare quelli che deviano dalla media. Quanto alla consulenza vengono introdotti ulteriori vincoli, tra cui l'obbligo di raccomandare lo strumento che presenta il miglior rapporto costi/benefici. Anche la valutazione di adeguatezza viene integrata non solo con la previsione di doverosa estensione all’intero portafoglio ma anche col divieto di raccomandare strumenti che abbiano caratteristiche supplementari non funzionali all’interesse del cliente. Viene quindi articolata una critica all'approccio seguito nelle proposte fondata anzitutto sul mancato chiarimento circa la diversa natura tra raccomandazioni formulate da intermediari che ricevono incentivi rispetto con quelle che non sono condizionate dagli incentivi. Sono oggetto di critica anche altri profili interessati dalle proposte, quali la sostanziale introduzione della consulenza “compensativa” (senza chiarirne natura e remunerazione) nonché il vincolo dei consulenti non indipendenti ad una varietà di strumenti e non anche di produttori e l'introduzione di una consulenza indipendente semplificata.

 

With the aim of promoting retail client investment, the EU Commission, in order to implement the Retail Investment Strategy, has submitted, inter alia, a proposal for a so-called omnibus directive, which intervenes in different areas (UCITS, insurance distribution, inducement, product governance and financial advice). The text was not immediately approved and the co-legislators (Parliament and Council) set out alternative texts that are being submitted for consideration with regard to advice and, before that, the two related issues of inducements and product governance. Starting from the most recently formulated text, the one of the EU Council, but keeping in mind the alternative proposals, we note. (i) the choice not to eliminate incentives and also (ii) a discipline that burdens compliance (new inducement test; the current quality enancement test supplemented with the provision of a kind of “compensatory” advice to justify the perception of incentives). On product governance, an even more complex system is introduced for manufacturers to survey price structure by comparing with groups of similar instruments so as to highlight those that deviate from the average. As for advice, additional constraints are introduced, including a requirement to recommend the instrument with the best value for money. The assessment of suitability is also supplemented not only by the provision of dutiful extension to the entire portfolio but also by the prohibition of recommending instruments that have additional characteristics that do not serve the client's interest. Criticism is then articulated towards the approach followed in the proposals based first of all on the failure to clarify the different nature between recommendations made by intermediaries who receive incentives versus those that are not conditioned by incentives. Other profiles affected by the proposals are also criticized, such as the substantial introduction of “compensatory” advice (without clarifying its nature and remuneration) as well as the restriction of non-independent advisors to a variety of instruments and not also producers and the introduction of simplified independent advice.