ISSN: 2279–9737

Le implicazioni del decreto legge 8 aprile 2020, n. 23, sullo shadow banking system

Valerio Lemma, Professore ordinario di Diritto dell'economia, Università degli Studi G. Marconi
Sommario: 

1. Eventi inattesi, rischi ed incertezze. - 2. Prospettive di intervento. - 3. Le interazioni tra l’emergenza sanitaria ed i fattori di rischio dello «shadow banking system». - 4. Profili regolamentari e politiche di contenimento dei rischi. - 5. L’intervento italiano tra liquidità e rischi.

Abstract: 

Gli eventi epidemiologici dovuti al Covid-19 hanno determinato una situazione emergenziale che ha messo a dura prova l’economia reale e, quindi, i flussi finanziari che mettono in relazione le imprese ed il mercato dei capitali. Ed invero, al distanziamento sociale ha corrisposto una riduzione dell’attività (e, quindi, di ricavi ed incassi), con l’ovvio effetto di porre le condizioni affinché taluni dei rischi di controparte assunti dai finanziatori delle imprese si potessero realizzare. Ne consegue l’esigenza di un’analisi giuridica dei rapporti che soggiacevano alle fonti di finanziamento delle imprese al fine di comprendere l’incidenza delle misure emergenziali assunte al Governo italiano.

In tale contesto, appare necessario un approfondimento delle disposizioni contenute nel decreto legge 8 aprile 2020, n. 23, le quali dovrebbero far fronte al detrimento delle condizioni micro e macro-economiche del comparto produttivo, senza dar corso ad una forma di intervento che possa rivelarsi idonea a traslare, in capo allo Stato, i rischi assunti dai finanziatori delle imprese. Ciò, a fronte del riscontro della possibilità che le risorse pubbliche possano risolversi in un mezzo utilizzabile per adempiere agli impegni assunti dalle imprese che si erano finanziate attraverso uno shadow credit intermediation process. Non v’è dubbio, infatti, che una dinamica finanziaria siffatta sarebbe incompatibile con i principi cui s’informa il nostro ordinamento giuridico. 

Da qui, l’approfondimento dei presidi regolamentari che possono assicurare regolarità di effetti alle misure adottate in materia di accesso al credito, in quanto appare essenziale che le risorse messe a diposizione dallo Stato siano impiegate per far fronte ai significativi impatti economici derivanti dall’emergenza sanitaria e non vengano deviate verso lo shadow banking system.

 

The Covid-19 epidemiological emergency has exploited the real economy and, therefore, the cash flows linking firms and the capital market. In detail, the social distancing has been accompanied by a reduction in the business (and, therefore, in revenues and income), with the obvious effect of creating the conditions so that some of the counterparty risks assumed by the lenders could have been realised. Hence, there is the need for a legal analysis of the conditions in which the relationships underlying the firms’ sources of financing were carried out, and then the need for understanding the impact of the measures taken by the Italian Government.

In particular, it appears necessary to analyse the provisions contained in Law Decree No. 23 of 8th April, 2020, which should deal with the detriment of the micro and macro-economic conditions of the real economy, avoiding any form of intervention which could transfer to the State the risks assumed by the financers of the enterprises. This is in the light of the possibility that public resources could be used to fulfil the commitments of the firms that had financed themselves through the shadow credit intermediation process. There is no doubt, in fact, that the latter would be a negative externality that is incompatible with the principles to which our legal system is informed.

Hence, this article goes deep into the regulatory safeguards that can ensure the effectiveness of the measures adopted with regard to access to credit, as it seems essential that the resources made available by the State are used to face with the significant economic impacts of the health emergency and are not diverted to the shadow banking system.