Il Covid 19 e la faticosa ricerca di nuovi paradigmi operativi
1. Premessa. – 2. La gestione della nuova emergenza da coronavirus… – 3. Segue. …sua incidenza sulle forme di Governo. – 4. Come ricostruire un futuro per le nuove generazioni. – 5. Riflessi della pandemia sulla industria finanziaria: l’attuazione delle misure governative… – 6. Segue. …e la problematica dei crediti deteriorati. – 7. Segue. …il progetto di costituire una bad bank. – 8. Metamorfosi dell’attività bancaria… – 9. Segue. …e prospettiva di nuove forme di vigilanza. – 10. Il ruolo dell’UE: tra difficoltà interventistiche e tendenza al cambiamento.
Nel paper si ripropongono talune questioni, già oggetto di dibattito, riguardanti l’emergenza economico sanitaria derivata dal COVID 19. Si ha riguardo, in particolare, agli effetti della seconda fase pandemica, evidenziando la necessità di correlare agli sforzi della ricerca scientifica un’attenta opera di sburocratizzazione dei processi, atteso che - com’è noto - in Italia l’anelasticità delle organizzazioni di persone e risorse destinate alla realizzazione di finalità collettive individua, purtroppo, una costante della P.A. Si individuano, altresì, le difficoltà di una programmazione finalizzata all’avvio di un iter di ripresa economica che consenta al nostro Paese di tornare ad occupare il ruolo che gli spetta per la sua storia e la sua capacità produttiva. L’indagine - nell’intento di segnalare le linee operative per il superamento delle attuali difficoltà - sottolinea la necessità di dar corso ad un’attenta «gestione della pandemia», evitando eccessi di qualsivoglia genere. Conseguentemente, in essa si ravvisa l’opportunità che la politica, in un momento di scelte difficili come l’attuale, è tenuta a seguire una linea prudenziale in grado di esprimere un agere fondato su processi valutativi che riflettano le diverse esigenze della realtà economico sanitaria su cui si interviene. E’ forse questa la modalità indispensabile per evitare che si sviluppi una ‘crisi sistemica’, di cui emergono i presupposti dagli esiti non pienamente configurabili, di certo destinata a mutare (rectius: innovare) l’attuale ordine giuridico, segnando la possibile fine dello «stato di diritto». Vengono, poi, analizzate questioni specifiche concernenti l’ incidenza della pandemia sull’esercizio dell’industria finanziaria, quali la problematica dei crediti deteriorati e il progetto di costituzione di una bad bank, soffermandosi infine sulla metamorfosi dell’attività bancaria e sulla prospettiva di nuove forme di vigilanza.
This paper presents several debates, already under scrutiny, about the health and economic emergency as a result of COVID 19. Specifically, it provides an overview of the effects of the second phase of pandemic, highlighting the need to relate to the efforts of scientific research the specific aim of debureaucratization of processes, because the asymmetry between organisation of community and economic resources for collectivity is a well-known issue in the Italian public administration. Further, the paper identifies the difficulty of a project oriented to relaunch the economy of Italy that must return to the leading role as displayed throughout its history and economic productivity. The analysis - which intends to submit some proposals for addressing the existing difficulties - underlines the need to better organise the pandemic, avoiding any forms of excess. Accordingly, there is an opportunity that the politics, in this very uncertain time, is entrusted to take prudential policies able to balance the varying necessities through a fair conduct that addresses the economic and health reality. This is the way necessary to avoid a new ‘systemic crisis’, in which there are blurred premises destined to change (rectius: innovate) the existing legislative order, marking a possible end of «state of law». The article examines other concerns relating to the impact of pandemic on the financial industry e.g., the question of deteriorated loans and the project to establish a bad bank, pointing on the evolution of banking activity and on the perspective of new forms of supervision.